Andrea Ansaldo, Assunzione della Vergine
Autore : Gio. Andrea Ansaldo 1584 - 1638
Titolo dell'opera: Assunzione della Vergine (Gloria di Maria tra Santi e angeli)
Data : 1635 - 1638
Ubicazione: Chiesa della SS. Annunziata del Vastato (o Guastato)
Dimensioni : estensione della cupola, tamburo e peducci
Tecnica: affresco
[modifica]
Descrizione dell'opera
La decorazione della cupola, eseguita dalla mano di Giovanni Andrea Ansaldo, abile pittore del seicento genovese, fa parte del ciclo pittorico della Chiesa della SS. Annunziata del Vastato, riguardante l’esaltazione della figura della Vergine, raffigurata qui proprio nel momento dell’Assunzione al cielo. La decisione di affrescare le pareti della Chiesa fu presa nel 1635 dalla famiglia Lomellini, e vide collaborare diversi artisti liguri, come il Benso, il Carlone e l’Assereto, operanti nelle pitture delle navate e del transetto, con temi che convogliano nella rappresentazione della cupola.
L’opera è organizzata mediante un preciso intento scenografico, che si avvale di prospettive e scorci arditi, tipici della personalità artistica dell’Ansaldo. L’architettura dipinta vuole sfondare lo spazio ristretto della cupola “dilatandolo oltre i limiti della dimensione fisica” (Gavazza, 1974,p. 212). L’artista suddivide lo spazio dal tamburo al cupolino in 4 registri sovrapposti, con complesse architetture illusionistiche: dal basso raffigura i 4 evangelisti nei peducci “ciascheduno colto in nobile atteggiamento” (Ratti, 1762 p.209); nella parete circolare del tamburo invece vi sono logge scorciate che si alternano a finestre vere, con la raffigurazione dei 12 apostoli, dei quali alcuni guardano in basso, sporgendosi da una balaustra illusionistica come se la chiesa rappresentasse il sepolcro della Vergine, altri in alto, verso l’assunzione al cielo, dove l’attende nel cupolino il Padre Eterno. Tipiche della decorazione dell’Ansaldo sono le cariatidi in stucco, che garantiscono la continuità architettonica tra tamburo e cupola, in corrispondenza con le quattro nicchie timpanate del registro superiore, alternate da quattro grandi arconi scorciati che formano l’ossatura prospettico - architettonica della cupola e contengono le storie della Vergine,tema centrale della decorazione. I soggetti raffigurati negli affreschi che compongono l’opera sono molti e disposti in modo preciso: nel cupolino vi è il Padre Eterno, attorniato da un coro di nubi, angeli e santi; nella fascia sottostante entro i quattro arconi che la compongono, alternati a nicchie con sibille, sono esplicate le storie della Vergine come summa celebrativa della sua figura, che trova massima espressione nella scena dell’Assunzione, messa in risalto anche da un particolare espediente di duplicità prospettica, per cui se osservata dalla navata o al di sotto della cupola, questa scena resta il fulcro della visione. Le altre storie negli arconi pongono l’accento sui punti essenziali della narrazione devozionale: vi sono Profeti e Patriarchi, progenie di Maria e quindi di Cristo; Adamo ed Eva, come antitesi della Vergine e del Figlio di Dio, concetto ribadito nella scena da un profeta che regge l’arca, simbolo di Maria, e le figure di Abramo e Isacco, allusione al futuro sacrificio di Cristo; infine scene di profeti ed eroine bibliche, che sono “aspetti” della Vergine: Maria come Giuditta, Maria come Esther, Maria come Giaele.
La scelta degli episodi affrescati è volta all’esaltazione del Trionfo della Vergine, con attenzione al tema della redenzione e della pietà, di cui la Vergine è portatrice, sottolineando il carattere popolare della rappresentazione, diretto e facilmente comprensibile, e affermando i principi della riforma cattolica nella sua opera di evangelizzazione contro gli eretici protestanti di inizio secolo.
L’Ansaldo opera infatti nel primo trentennio del XVII secolo. Ed è in questo periodo che si sviluppa l’interesse per la tematica biblica, che si affianca al tema dinastico di tradizione aristocratico elogiativa. La nuova tematica aderisce a quella necessità di decoro e celebrazione a cui la committenza assicurava largo favore, con un significato più profondo, dove i temi decorativi riflettono la complicata situazione politica della repubblica genovese sotto il dominio spagnolo e l’instabile ambiente religioso controriformato, come si deduce dai cicli decorativi dell’Annunziata e della Chiesa del Gesù. L’opera è voluta dai Lomellini che nel 1635 decidono di rinnovare la decorazione della Chiesa della SS. Annunziata, avvalendosi dei servigi dei migliori artisti dell’epoca. Essi scelgono l’Ansaldo per l’affresco della cupola, suscitando gelosie tra i suoi collaboratori pittori, poiché altri artisti ambivano alla fama che tale lavoro poteva portare alla propria carriera. I disegni dell’Ansaldo furono perciò criticati, tanto che i committenti ne cercarono approvazione presso i maestri dell’accademia fiorentina, l’ Empoli e il Passignano, come racconta il Soprani. Secondo la fonte essi approvarono ed esaltarono i disegni dell’artista, tanto che l’Ansaldo si vendicò dei suoi calunniatori facendo pubblicare i commenti positivi dati dai fiorentini. Tuttavia i Lomellini vollero che prima l’artista disegnasse a secco l’opera, per assicurarsi che fosse pienamente idonea alle esigenze richieste; una volta terminato, non vi furono ulteriori dubbi, e gli venne ordinato di completarla.
La cupola è l’opera che corona la carriera dell’artista, il quale vi lavora fino alla morte nel 1638, e gli consegna il titolo di “pittore prospettico”(Gavazza, 1974, p.212). Egli è molto richiesto dalle famiglie aristocratiche dell’epoca per la sua ricerca sullo spazio dipinto, che porta a soluzioni mai viste a Genova proprio con la decorazione della cupola. Egli lavora sotto l’influenza di stimoli culturali locali ed esterni alla tradizione, creando uno stile particolare che risente del manierismo ligure ma accoglie innovazioni barocche, come nelle decorazioni a stucco e nelle figure ancora di maniera, che egli però sceglie di disporre scenograficamente nelle complesse architetture al fine di colpire l’osservatore. A questo scopo l’artista usa una tecnica pittorica fatta di colori pastosi, rinforzati nelle ombre e nei panneggi da pennellate più scure, sempre dello stesso tono, conferendo così alle figure, attraverso l’uso attento del chiaroscuro,una nuova plasticità, visibile nella sua ultima opera, specie nella rappresentazione degli evangelisti.
La cupola non riuscì col tempo a sfuggire alle insidie dell’umidità. A porre rimedio intervennero dapprima Orazio De Ferrari, il quale operò rispettando la maniera dell’Ansaldo il più possibile, rifacendo tutto il gruppo che sovrasta le due edicole di sinistra, dalle nuvole, al Cristo, al corteo di angeli fino al cupolino; in seguito, nell’ottocento, da M. Cesare Danielli, che ritoccò perlopiù la parte rifatta dal De Ferrari. Si può dunque affermare che gran parte dell’opera è riconducibile a quella che è la pittura dell’Ansaldo, riconosciuta nei pennacchi dei quattro evangelisti, negli apostoli che si affacciano dalla balaustra dipinta lungo la parete circolare del tamburo, nella Madonna Assunta e nel gruppo opposto ad essa con Adamo ed Eva.
[modifica]
Fonti
- Carlo Giuseppe Ratti, Storia de' pittori scultori et architetti liguri e de' forestieri che in Genova operarono, 1762, pg. 200/211:
"[...]in questa maestosa cupola rappresentò nostro Pittore l'Assunzione di Maria Vergine al Cielo. ella si vede attorniata da schiere di Angioli, e di Santi in atto, altri di corteggiarla, altri d'adorarla. non è agevol cosa il descrivere le artificiose prospettive,ch'egli fe' comparire in detta cupola;e specialmente in quello spazio, che resta chiuso tra 'l primo, e 'l secondo cornicione: ove finte balaustre, dalle quali sporgono in fuori altre figure di santi, che osservano il glorioso trionfo della celeste Reina.[...]"
- Raffaele Soprani, Le Vite de' Pittori, Scultori ed Architetti genovesi e de' Forastieri che in Genova operarono, con alcuni ritratti degli stessi, Genova 1674. pg. 141/146
"[...]Fece di ordine de' Signori Lomellini alcuni disegni per la cupola della SS Annunziata del Guastato, che essi volevano far dipingere, quali benchè fatti con esquisitezza indicibile, trovarono ad ogni modo chi v'oppose, poichè s'unirono a parlar contro di essi alcuni pittori di molto credito, che mal soffrendo di lasciarsi scappar dalle mani un'opera di tanta considerazione, [...] conculcarono con raggioni più apparenti,che [...] fu necessitato lo sfortunato Ansaldo a far giudice delli conculcati dissegni l'accademia de' fiorentini pittori: al qual effetto colà li mandò, dove essendo stati molto ben esaminati dai più rinomati professori di pittura, e particolarmente dall'Empoli e dal Passignano, furono senz'ostacolo non solo approvati per ottimi; ma di più furono esposte in carta le loro difese in testimonio della sufficienza di Gio Andrea; il quale per gratia dei suoi giudici trovatosi haver abbattute le ciapite, e mal fondate ragione dei suoi contrarii , stimò ben fatto di dare alla stampa tutto ch'in sua difesa scritto haveano quei saggi pittori.[...]"
"[...] li Signori [...] stabilirono che per mano dell'Ansaldo dovesse esser dipinta quell'opera: ordinandole però che prima porvi mano la disegnasse a secco per meglio considerarne la riuscita. Il che avendo prontamente obbedito il pittore, fu da tutta la cittadinanzacon applausi autenticata l'eccellenza del lavoro; ondegli [...] vi dipinse l'Assontione di Nostra Signora con molti ghiribizzi di prospettiva, et altri ornamenti di oro e di stucchi, lavorati con finezza in modo che [...] non cessarono per molte settimane di concorrervi curiosi, et intendenti della professione per contemplar in esse le finezze più esquisite, e gli inganni più soavi dell'arte di ben dissegnare [...]"
"[...]non riuscì di terminarla senz'incontrar disgrzie; poichè sul bel principio di questa impresa fu da persona a lui non nota, mentre usciva di chiesa, improvvisamente ferito in un fianco: ma dalla bontà Divina ottenne assai tosto la perduta sanità, et ritornando al cominciato lavoro, lo terminò con soddisfattione comune, et ingrandimento del proprio nome.[...]"
[modifica]
Bibliografia
- Gavazza, Ezia, "La grande decorazione a Genova", I vol., Genova, 1974, pg. 51/130 e pg. 192/232
- Belloni, Venanzio, "Pittura Genovese nel Seicento. Dal Manierismo al Barocco.", Vol.I, 1969/1974, pg. 155/180
- Belloni, Venanzio, "Chiesa della SS. Annunziata del Vastato / a cura di Venanzio Belloni", Genova, 1979, pg. 141/145
- AA.VV., "Chiese di Genova", Genova, 1986, pg.25-33
Immagini
- Decorazione della cupola e dettaglio della decorazione con la raffigurazione dei progenitori
- Assunzione della Vergine e l'evangelista Marco
- Parete circolare del tamburo con apostoli alla balconata
- Planimetrie dei cicli pittorici