Autore : Lazzaro Calvi
Titolo dell'opera: Sala di Costantino
Data : 1570-1580
Ubicazione : Villa del Principe, Palazzo di Andrea Doria
Tecnica : affresco
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Descrizione dell'opera
Lazzaro Calvi, nipote e figlio di un pittore,ammirando le opere di Pierino del Vaga, divenne suo discepolo sebbene avesse già venticinque anni. L’artista, nella seconda metà del XVI secolo, ricevette numerose commissioni e fu quindi al centro dell’ambiente artistico genovese; questo fu possibile anche grazie all’allontanamento dal capoluogo ligure di alcuni maestri, tra cui Luca Cambiaso. Tra le opere a lui commissionate troviamo la tavola raffigurante S.Martino che dona il mantello al povero, conservata a Santa Maria della Cella a Genova Sampierdarena. Il Calvi aveva stretto un rapporto con il Principe Giovanni Andrea Doria e la consorte Zenobia del Carretto, i quali gli commissionarono i disegni preparatori per gli arazzi raffiguranti la battaglia di Lepanto, insieme a Luca Cambiaso, e la decorazione di alcune stanze del loro palazzo di Fassolo, tra cui la Sala di Costantino. La Sala, che si trova nell’ala est della Villa, si può dire la gemella della Sala dello Stemma,comunicante con essa; entrambe, infatti, presentano le stesse strutture decorative e la stessa funzione (armeria). Il perimetro della volta è definito da un sistema di lunette e timpani, all’interno dei quali sono raffigurati Guerrieri all’antica, che non mostrano la spada, ma il bastone, simbolo della loro autorità politica; nei sottarchi, invece, troviamo alcuni Putti che reggono componenti di armatura. Ciò che dà il nome alla sala è la decorazione dell’ovale centrale della volta, cioè l’apparizione della Croce a Costantino prima della battaglia del ponte Milvio. E' raffigurato l’imperatore che si prepara allo scontro, mentre in cielo appare il simbolo divino. Per quanto riguarda la scelta del soggetto, raro in ambito genovese, secondo Laura Satagno ci sono due interpretazioni: la prima vede l’identificazione del committente, ovvero Giovanni Andrea Doria, con Costantino, devoto cattolico e uomo d’armi, che combatte per la fede e vince grazie alla protezione di Dio; la seconda invece, Costantino preso come esempio da seguire dal principe genovese. Nei tratti di Costantino si può riconoscere un’allusione alla fisionomia del Principe. Ciò sta a significare un cambiamento nell’ambiente culturale: mentre Andrea Doria si fece ritrarre come Giove durante il Rinascimento, ora, nel periodo della Controriforma, Giovanni Andrea sceglie di farsi ritrarre come Costantino, principe cristiano. L’attribuzione della decorazione è discussa dagli studiosi: alcuni, tra cui il Gorse, la fanno risalire ad Andrea Semino; altri, tra cui Laura Stagno, la attribuiscono a Lazzaro Calvi. La stanza, attualmente, è fuori dal circuito museale, e pertanto non visitabile.
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Fonti
Raffaello Soprani, Le Vite de Pittori, scultori et architetti genovesi e de forestieri che in Genova operarono, Genova, 1674. (online su Google Books), pp. 45-47 " Marciano Calvi Lombardo venne ad abitare in Genova, ebbe un figlio Pittore nomato Agostino, il quale, se si riguarda il far di que' tempi, operò nella fua Professione assai bene. [...]Lazzaro alla luce l'anno di nostra salute 1502.; ed applicatosi fin dalla prima fanciullezza alla Professione del Padre,stette sotto la disciplina di lui infinattantoché veduta la bella maniera di Perino del Vaga, talmente fé n'invaghì, che quantunque avesse già paisato l'anno venticinquesimo di sua età: pure non isdegnò di farfegli discepolo".
Bibliografia
Gorse George Lawrence, The Villa Doria in Fassolo Genoa, Brown University, 1980, pp.132-137.
Stagno Laura, Due principi per un palazzo: i cicli decorativi commissionati da Andrea e Giovanni Andrea Doria a Pierino del Vaga, Lazzaro Calvi e Marcello Sparzo per il Palazzo del Principe, in Genesi e trasformazioni della villa di Andrea Doria a Genova, ottobre 2004, pp.9-28.
Stagno Laura, Palazzo del Principe, Villa di Andrea Doria, Genova, 2005, pp. 65-66 e 95.
Zanelli Gianluca, San Martino dona il mantello al povero di Santa Maria della Cella:un nuovo contributo per Lazzaro Calvi, in:Maria Teresa Orengo e Gianluca Zanelli (a cura di), Lazzaro Calvi,San Martino e il povero:il restauro, Milano, 2009, pp.23-26.