Chiesa di Santa Maria Immacolata e San Torpete

Notizie storiche


Secolo

edificio romanico XII secolo, rifacimento XVIII secolo, facciata XIX secolo

Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...):

edificio originario della metà del XII secolo, facies attuale del 1733 con facciata del 1854

Data (fondazione)

edificata dal 1150, consacrata nel 1180

Utilizzazioni

Uso storico

Chiesa della comunità mercantile pisana di Genova tra XII e XIV secolo, parrocchia gentilizia dei Cattaneo Della Volta dal 1308.

Storia

La chiesa di san Torpete è con buon margine di certezza una delle parrocchie più antiche di Genova, poiché già nel 935 esistono notizie relative a una porta delle mura urbane dedicata al maritre pisano. La consacrazione avvenne nel 1180 da parte dell'arcivescovo di Genova Ugone Della Volta. La seconda intititolazione a Santa Maria Immacolata risale alla riconsacrazione della chiesa ristrutturata, celebrata il 23 novembre 1733. Dal 1990 la chiesa è sotto il giuspatronato dell'Arcidiocesi di Genova, ma la famiglia Cattaneo Della Volta conserva tuttora il diritto di celebrarvi le proprie funzioni.

Struttura architettonica

Esterni

Contesto: la chiesa fu eretta nell'area dell'antico Forum Sancti Georgii, che fin dalle epoche romana e bizantina (III-VII secolo) fu uno dei principali luoghi cittadini in cui si praticava l'esercizio delle attività mercantili e un punto nevralgico d'incontro per forestieri e viaggiatori, grazie alla sua posizione strategica tra il fronte del porto e il castrum, il nucleo abitativo più antico della città. Nella stessa piazza si trovava la chiesa di San Giorgio, che probabilmente risale proprio al IV secolo, epoca della guerra gotica in cui l'area era difesa e presidiata da guardie bizantine ed era ancora di recente introduzione il culto del primo patrono di Genova. La configurazione del complesso chiese-piazza fu modificata nel XVIII secolo dall'architetto Gio. Antonio Ricca junior, secondo l'aggiornamento alle contemporanee tendenze barocche: i due edifici e la piazza realizzata nell'antico tessuto urbano medievale dovevano infatti comporre una scena unitaria (continuità degli spazi e concorso di tutte le arti) dall'accentuata grandiosità grazie all'effetto 'a sorpresa', giocato sullo spiazzamento avvertibile nel passaggio dall'angusto vicolo d'accesso allo spazio aperto dei due sagrati adiacenti.

Edificio: La famiglia dei Della Volta, già proprietaria dal X secolo di feudi nella Valbisagno, aveva la zona del forum sotto la propria giurisdizione e nel 1150 decise di allearsi con la colonia pisana e favorirne l'insediamento: fu così che i pisani si aggiunsero all'antica nobiltà locale, ai fiorentini e ai lucchesi e cominciarono a gestire i propri traffici dalla loggia del forum. Essi decisero di erigere in questo stesso sito anche la chiesa della loro comunità, dedicando l'intitolazione a San Torpete, conterraneo martire di epoca paleocristiana. Grazie a questa ben riuscita integrazione nel luogo, la colonia pisana di Genova poté svilupparsi e divenire la più forte tra quelle fuori patria, fino a fondare in Provenza l'insediamento di Saint-Tropez. L'edificazione originaria di San Torpete si configurava come architettura romanica a parati bicromi in marmo e pietra nera di Promontorio, in parte ancora visibili sulla fiancata destra; la facciata era collocata a ponente secondo le prescrizioni rituali dell'epoca. Sulla fiancata esterna sinistra si può osservare un reperto di quest'epoca, un'epigrafe marmorea che reca la scritta

"Anno Dominice Nativitatis 1180 die 14 augusti hec Ecclesia fuit consecrata per Venerabilem Patrem Dominum Hugonem Archiepiscupum secundum Januensem que prius aedificata fuit per Albergum illorum de Volta ad honorem Dei et B. Torpetis, qui de Volta anno 1309 fuerunt Catanei nominati".

Su questa stessa fiancata si possono osservare ancora oggi i resti della catena del porto pisano, che fu infranta dai fabbri della flotta genovese guidata da Corrado Doria, quando, il 10 settembre 1290, espugnò il porto rivale. A memoria dell'impresa, altri pezzi della stessa catena furono affissi in mostra sulle facciate di altri edifici del centro storico (il Palazzo del Capitano del Popolo -l'attuale Palazzo San Giorgio-, la Chiesa di Santa Maria di Castello, la Chiesa -oggi sconsacrata- del Santissimo Salvatore in piazza Sarzano, Porta Soprana, Porta degli Archi, la Chiesa di San Matteo, la Chiesa di Santa Maria delle Vigne, la Chiesa di San Donato, Porta dei Vacca, la Commenda di San Giovanni di Pré e altri ancora).

La chiesa subì gravi danni nel 1684, in seguito al bombardamento di Genova da parte dei Francesi; in quell'occasione furono compiuti gli ultimi restauri all'edificio medievale. Circa cinquant'anni dopo, nel 1730, Cesare Cattaneo decise di ricorstruire in forme nuove la chiesa di famiglia. Affidò quindi il progetto all'architetto imperiese Gio. Antonio Ricca junior “il Gobbo” (1699?-?); egli ridisegnò completamente la planimetria della chiesa e l'assetto della piazza secondo una soluzione che ancora oggi possiamo ammirare, in linea con le coeve elaborazioni barocche (l'effetto 'a sorpresa'). La nuova fabbrica comprendeva l'area della struttura preesistente e in più quella di una palazzina attigua acquistata dai Cattaneo, poi in parte demolita per accogliere il locali della canonica. Il progetto del 1730 prevede un radicale stravolgimento della struttura medievale dell'edificio: la facciata, spostata dal lato ovest a quello settentrionale prospiciente la piazza, è realizzata in forme plastiche curvilinee e sinuose, con la successiva aggiunta (1854) del timpano, delle nicchie e delle paraste neoclassiche; coerentemente, l'interno è un unico vano a pianta ellittica, con dilatazioni curvilinee ed elementi decorativi che determinano la dinamicità e la continuità dello spazio. Di questa stessa fase è la cupola con tamburo e lanterna. Gli ultimi interventi di restauro risalgono al XX secolo. Il primo, di carattere generale, fu intrapreso nel 1933 dall'ingegnere Giuseppe Abbiate. Dopo i danneggiamenti causati dalla seconda guerra mondiale, la chiesa andò incontro a un progressivo, irreversibile processo di degrado per abbandono e deterioramento (la funzione di parrocchia passò alla chiesa di San Giorgio) e in tali condizioni versò fino al 1995. A quell'anno risale infatti la seconda opera di restauro novecentesco per iniziativa della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici e della curia Arcivescovile di Genova, che decisero di porre rimedio al grave decadimento dell'edificio. Dell'imponente impresa, che restituì finalmente l'edificio alla città così come possiamo apprezzarlo oggi, furono incaricati gli architetti Gianni Bozzo e Giampiero Buffoni.

Interni

Navata unica a pianta e cupola ribassata ellittiche, cappelle realizzate in esedre laterali, altare maggiore in presbiterio absidato, controfacciata a nicchia, due ordini di finestre (sopra e sotto il cornicione). Sulle pareti decorazioni a stucco dipinto bicromo, lesene, cornicioni, nessuna pittura murale.

Arredi

La sagrestia custodisce mobili in legno di noce del XVIII secolo e due anonimi dipinti a olio del XVII secolo (uno Sposalizio della Vergine e una Guarigione del nato cieco)

Opere notevoli

  • Controfacciata: Giovanni Carlone, San Torpete illeso tra le fiere. Il dipinto è l'unica opera all'interno della chiesa che raffigura il santo titolare. In passato era collocato sull'altare maggiore, mentre oggi l'infelice sistemazione in controfacciata ne pregiudica molto la fruizione per la scarsa illuminazione.
  • Cappella sinistra: scuola genovese di G.B. Paggi, Estasi di San Filippo Neri, XVII secolo
  • Parete sinistra: fratelli Agrone, pulpito marmoreo con san Torpete, San Paolo e la Madonna della Provvidenza, inizio XX secolo
  • Altare maggiore: G.B. Drago, Madonna della Provvidenza, statua lignea policroma, in loco dal 1854. L'opera, che presenta ornamenti e veri e propri capi d'abbigliamento in miniatura, testimonia di una viva devozione, col tempo abbandonata in favore del culto della Madonna della Guardia.
  • Cappella destra: Andrea Semino (attribuzione incerta), Madonna con bambino tra San Tommaso da Canterbury, Santa Lucia e San Giovanni Battista, XVI secolo.
  • Parete destra: Carlo Prati, organo, 1668. Restaurato nel 2007, è oggi apprezzabile nella sua forma e nella sua fonica originarie.

Le Guide


Parrocchia gentilizia della Famiglia Cattaneo, è situata in Piazza san Giorgio. L’Anonimo descrive la chiesa paragonandola a quella di San Giorgio che le sta di fronte: «è più piccola assai […] ed ha tre soli altari» 


Sita in Piazza San Giorgio, fu chiesa gentilizia della famiglia Cattaneo, Federico Alizeri attesta che fu innalzata «nel 1731 coi disegni di Antonio Ricca […]. Dentro ha ben poco per invitarci. Una tela […] curiosa a notarsi, perché mentre giuri ch’ella vien dal Cambiaso o della scuola di lui, eccoti un rogito di buon notaro che la dà per fattura d’Andrea Semino, e ordinata nel 1591 dal magnifico Gaspare Cattaneo»

Bibliografia Guide


  • Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 56
  • Poleggi Ennio e Poleggi Fiorella (Presentazione, ricerca iconografica e note a cura di), Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, Genova, Sagep, 1969 pag. 234

 

Bibliografia


AA.VV., Chiese di Genova, n°7, Sagep editrice, Genova, 1990.

F. Boggero, Chiese di San Giorgio e San Torpete, Guide Sagep, n.84, 1979.

G. Bozzo, G. Buffoni, L.Tondi, Chiesa di S. Maria Immacolata e San Torpete a Genova. Vicende e restauri, 1998, Genova.

M. De Bernardis, Le parrocchie gentilizie di Genova in “La Storia dei Genovesi”, vol. II, Genova, 1982.

A. Toncini Cabella, Chiese e parrocchie gentilizie a Genova. Aristocrazia, arte, devozione, Genova, 2001

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022