Forte Richelieu

Codice civico

  • Categoria: Fortificazione
  • Denominazione: Forte Richelieu
  • Denominazione originaria: Forte Richelieu. Prende il nome dal Maresciallo Armand Du Plessis de Richelieu che difese Genova durante l'assedio austriaco del 1746-47.

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Ubicazione

  • Circoscrizione: San Martino d'Albaro, in corrispondenza della biforcazione del crinale principale delle due dorsali minori rispettivamente rivolte verso San Fruttuoso e verso Sturla.
  • Indirizzo: Colle dei Camaldoli, m.415 s.l.m.

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Notizie storiche

  • Secolo: XVIII
  • Frazione di secolo: Prima metà
  • Data: 1747

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Utilizzazioni

  • Uso attuale: Dal 1959 il Forte Richelieu ospita un ripetitore radio-televisivo della RAI-TV, di conseguenza l'accesso è vietato. Attualmente esistono diversi progetti che mirano a recuperare e valorizzare i forti rilanciandoli come preziose testimonianze di una Genova cresciuta all'ombra delle mura. E' possibile raggiungere tali obiettivi realizzando un'illuminazione monumentale delle intere strutture fortificate in modo da creare suggestivi effetti notturni, tali da aumentare il fascino della città. Uno dei progetti più importanti è quello teso a recuperare l'area che si sviluppa a ferro di cavallo dal Forte Quezzi al Forte Santa Tecla (denominato Parco dei Forti) tramite la realizzazione di quattro percorsi (natura, ginnico-paesaggistico, ippico, ciclabile).
  • Uso storico: Fortificazione collinare appartenente al complesso delle difese di cui la città era dotata tra la metà del XVIII e la metà del XIX. Modificato più volte ospitò una caserma e durante la seconda guerra mondiale venne utilizzato come batteria antiaerea.

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Descrizione/Annotazioni

Il Forte è costituito da 13 vani a cui si aggiungono ambienti sotterranei. Copre una superficie pari a 21.202 m2. Si accede al Forte tramite un ponte in cemento (prima ponte levatoio). Entrando si incontrano i vani del Corpo di Guardia che comunicano con gli adiacenti locali inglobati nei baluardi laterali. Segue un cortile oggi occupato da una baracca in lamiera che ospita gli impianti del ponte radio. Dal cortile si accede alla caserma, costituita da tre piani: i primi due presentano volte a botte, mentre il terzo piano conserva ancora elementi strutturali dell'originaria capriata. Oltre la caserma compare uno stretto camminamento che conduce alla casamatta sporgente e a due vani laterali.

Tra febbraio e marzo 1747, Genova affronta una violenta offensiva austriaca: giungono in soccorso le truppe francesi (del duca di Baufflers e poi del duca di Richelieu) e spagnole con un valido numero di ingegneri. Sono proprio gli ingegneri francesi a proporre una nuova strategia difensiva basata sulla distribuzione di fortificazioni esterne alla cinta muraria. Il 13 novembre il marchese Thiard de Bissy, presidente dei Consigli di Guerra, stabilisce che il maresciallo de Sicre, Primo Ingegnere dell'esercito dell'Infante di Spagna (con la paga di 800 lire al mese) progettasse e seguisse la costruzione delle nuove fortificazioni avvalendosi dell'aiuto dei Capitani de Cotte e Carbonara. Con la pace di Aquisgrana (15 giugno 1748) si conclude la guerra di successione: le fortificazioni genovesi vengono così progressivamente disarmate. Il Forte Richelieu, costituito da un basso e tozzo recinto bastionato con struttura muraria in pietra a secco (spesse dai 4-6 metri) è destinato ad un lento degrado frenato solo verso il XIX secolo. Nel 1799, Giacomo Brusco, Capo Battaglione con ben 11 ingegneri (tra cui i tenenti G.Barabino e F.Pedemonte e i sottotenenti G.B.Chiodo e A.Brusco) a sua disposizione, avvia il restauro di tutte le fortificazioni esterne alla cinta muraria. Brusco si occupa personalmente del ripristino parziale del Forte Richelieu. Nel 1805 il Corpo del Genio della Repubblica Ligure viene inglobato nel Corpo Imperiale del Genio napoleonico in seguito all'annessione della Liguria alla Francia. Il tenente G.B.Chiodo rimane in servizio attivo nell'amministrazione napoleonica. Così tra il 1807 e il 1814 inizia vari progetti tra cui l'ampliamento del Forte Richelieu sotto la guida di F.Pezzi. Dopo la caduta di Napoleone, il capitano del Genio delle truppe di occupazione inglesi, G.d'Andreis (collaboratore del generale William Bentinck) elabora un programma per l'ulteriore ampliamento delle fortificazioni di Genova per crearne la più grande piazzaforte sul Mediterraneo del Regno Sabaudo.

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Bibliografia

Liguria, Touring Club Italiano, La biblioteca di Repubblica, Touring Editore, Milano 2005.
P.Stringa, La Valbisagno, Stringa Editore, Genova.
P.Stringa, I forti di Genova, Sagep Editrice, Genova 1985.
Saggi tratti da "Proposte per il recupero delle fortificazioni di Genova", Convegno "Forti di idee", A.Ronco.

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022