Codice civico
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Categoria (tipo):
Dimora privata ,sale per eventi e catering
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Denominazione originale:
Castello Micheli
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Ubicazione
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Circoscrizione:
Circonvallazione a Monte Castelletto, Genova
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Indirizzo:
Via Piaggio, 9 16136 Genova
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Telefono:
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Sito:
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Notizie storiche
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Secolo:
XIX secolo
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Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...):
Progetto inizio di XIX
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Data (inaugurazione):
1904
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Utilizzazioni:
In origine dimora privata
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Attività (uso attuale):
Organizzazione eventi e catering
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Descrizione:
Il Castello Bruzzo in via Piaggio, sorge su un poggio dominando gran parte della circonvallazione a monte, il porto ed il mare di Genova. Nell’area dove si trova ora l’edificio alla fine del XIX secolo c’erano solamente una casa rurale ed una modesta abitazione di proprietà di Erasmo Piaggio, che aveva acquistato le case e i terreni della zona per impedire che si verificasse quella “barbarie edilizia”. Il castello fu progettato nel 1904,da Gino Coppedé per l’ingegnere Pietro Micheli (fondatore e amministratore della “San Giorgio automobili” e della “Società omonima italiana automobili per servizi pubblici”). La costruzione fu realizzata qualche anno dopo a è stata realizzata a seguito di una lite intercorsa con l’Opera Pia Brignole-Sale de Ferrari. Passato di proprietà a Lorenzo Bruzzo, il quale presentò nel 1912 una richiesta ufficiale per poter alzare di un piano la parte del Castello. L’autorizzazione gli fu concessa il 22 febbraio 1913. Dalla pianta e dal prospetto del progetto appare interessata solo la ristrutturazione della zona occidentale, con la foresteria, parte dei terrazzi e della loggia. In data 4 maggio 1919, Giuseppe Bruzzo chiede alla comune il permesso per edificare un fabbricato ad uso garage e portineria presso Corso Firenze, che venne concesso. La costruzione, a quattro piani (simile al precedente Castello McKenzie), si organizza distributivamente su di un vano centrale ampio, intorno al quale gravitano gli altri ambienti, in una composizione che allude al complesso aggregarsi degli esempi medievali. I modelli di riferimento a cui allude il Coppedé non derivano solo da repertorio edilizio toscano ma anche a caratteri propri della tradizione ligure, reinventati secondo un gusto personale. L’impianto architettonico accenna ad una tripartizione interna: il salone rettangolare, a tutta altezza e addossato con uno dei lati più brevi alla parete sud, si dilata esternamente in una loggia con volta a crociera decorate.
Si può accedere al salone del primo piano sia dal ingresso principale ubicato a nord, che dal contrapposto scalone esterno, collegante il giardino sottostante al piano di rappresentanza. Alle pareti del salone, impreziosito da un monumentale camino in marmo di Carrara, si sviluppa una successione di arcate sostenute da paraste corinzie in marmo. Il soffitto piano è a cassettoni in legno di noce con intagli e dorature. Gli spazi lasciati liberri dalla decorazione plastica recano affreschi di putti festanti, che reggono ghirlande di fiori e un medaglione, raffigurante “il Trionfo dell’Industria e del Commercio” tutte opere del pittore torinese Luigi Morgari. Una sala laterale del primo piano (ex sala da gioco), con soffitto in travi di legno di noce con intagli e dorature, è affrescato nella parte alta della quattro pareti, con scene di vita campestre del pittore romano Enrico Bernardi.
Dal ponte levatoio, perennemente proteso su un fossato (realizzato con finte grotte e rupi scoscese), si entra in un atrio di dimensioni ridotte su cui sono disimpegnati sulla destra la scala e, di fronte, un piccolo vano che sfocia in un luminoso salone. Alla sinistra dell’atrio è ricavato un ambiente adibito a cappella privata. La costruzione a tre piani, con tre torri poste a quote differenti, in parte merlata e in parta coperta con tetto a spioventi. Rivestimenti in pietra, con merlature in mattoni rossi e particolari architettonici- beccatelli, profilature di poggioli, colonnine e balaustre- in travertino. Il Castello è collocato quasi al centro di un parco e la zona boscosa è servita da tre accessi: il primo in Corso Firenze, attraverso un ampio e ripido scalone; il secondo in via Paride Salvago, che conduce nella zona antistante la parte più importante e rappresentativa dell’edificio; il terzo infine, in via Piaggio, che immette direttamente all’altrio di servizio del Palazzo. Inconsueta rispetto ad altre simili progettazione Coppedeiane, è la collocazione della portineria, arretrata rispetto al confine della proprietà e si inserisce come elemento d’arredo del parco. Rimasto chiuso per molti anni è stato riaperto per ospitare eventi e catering in collaborazione con Pasticceria Svizzera Ricevimenti.
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Bibliografia
- "G.Coppedè, Castelli e ville in carattere quattrocentesco di Gino Coppedè Milano,1914
- M..Giubilei, Castello Micheli poi Bruzzo, in R.Boscaglia - M.Cozzi, “I Coppedè” Genova, Sagep, 1982
- M.Boffito “Castello Bruzzo, in G.Robba, le ville del genovesato il Centro” Genova, Valentini Editore, 1985
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