Perino del Vaga
Pittore fiorentino (1500-1547)
Pietro Bonaccorsi porta nel soprannome il ricordo della giovanile attività di garzone del pittore fiorentino, il Vaga. Ma ben altro maestro egli trovò a Roma: Raffaello.
Con gli scolari dell’Urbinate tradusse i disegni delle scene bibliche nelle volticelle delle Logge, ove gli scomparti che sicuramente gli spettano, rivelano una ricerca intensa di eleganza nelle luci che striano le figure, nelle delicate vesti, nel lustro del colore. Nella Stanza della Segnatura, alcuni monocromi ripetono queste iridescenze di luci, queste flessuosità di linee, tipiche dell’artista. Egli fu soprattutto un decoratore e non solo aiutò Giovanni da Udine nell’ornare la Sala dei Pontefici nell’appartamento Borgia, ma compì anche da solo numerosi lavori in palazzi di Roma, lasciando libero corso alla sua fantasia ed alla sua vivacità per creare visioni di insuperabile grazia.
Giorgio Vasari – le vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti; con introduzione, brani scelti e note di Paolo D’Ancona, Milano, 1929, p. 445.
« Qui cominciano le opere di Pierino a moltiplicarsi all’infinito, eseguite pel Principe Doria e per le chiese di Genova. Ma qui pure l’animo del Pierino cominciò più a sentire l’amore del guadagno che l’amor della gloria, cominciò a raccogliere aiuti non degni di lui, giacchè solamente ad essi possiamo attribuire le figure pesanti e grossolane che disadornano alcuni de’ suoi lavori. Dopo aver dimorato varii anni a Genova, ito a Roma, gli venne affidata la ristorazione di molti lavori di Raffaello e della scuola, e dietro ciò una moltitudine di commissioni da stordire ...»
De Boni - Biografia degli artisti, Venezia, 1815