Nella loro guida, Edward e Margaret Berry compiono una lunga ed articolata descrizione ricca di riferimenti storico-artistico-geografici di Porto Maurizio ed Oneglia, della quale riportiamo alcuni significativi stralci:
...Nel XVIII secolo un abitante di Porto Maurizio, un certo Leonardo Casanova ( ndr. San Leonardo ), prese gli ordini religiosi e divenne celebre quale scrittore e predicatore eloquentissimo...Coi sermoni pronunciati a Porto Maurizio nel 1745 sollevò tanto entusiasmo fra i suoi concittadini da indurli a costruire l'attuale immensa collegiata ( ndr. v. Duomo San Maurizio), gloria ed orgoglio della città e dei suoi abitanti...
...Molto importante nella storia della città fu la costituzione della "compagna", da cui sorse il Comune. La "compagna" era un'associazione di mercanti, che si univano per salvaguardare i loro interessi, facilitare l'esportazione dei loro prodotti e dare incremento al commercio. Come le corporazioni a Firenze ed altrove, la "compagna" cominciò gradatamente a svolgere attività politica, formando così il nucleo del Comune, poiché Porto Maurizio era essenzialmente un centro commerciale. La città sul promontorio deve la sua nascita ad esigenze di ordine pratico; sorse dapprima un gruppo di grandi magazzini per accogliere le merci colà trasportate dai dintorni in vista della spedizione per mare; i mercanti innalzarono poi una loggia o mercato coperto, in cui trattare tutti i loro affari, ed infine costruirono anche le loro case sul colle della Marina, vicino al centro della loro attività...
...Genova aveva stabilito il suo dominio sulla maggior parte delle città liguri alla fine del XII secolo. Porto Maurizio fu una di quelle che si sottomisero più facilmente alla potenza superiore dei Genovesi forse perché rischiava di perdere la sua prosperità commerciale se avesse opposto resistenza alla grande Repubblica...Sembrò loro dunque miglior partito accettare la posizione di sudditi di Genova e poter in tal modo continuare la loro attività commerciale, quantunque a dire il vero tale attività fosse da allora in poi soggetta a tasse ed a qualche restrizione molesta...
...Nel XII secolo Oneglia era una comunità autonoma, sotto la giurisdizione feudale del Vescovo di Albenga. Genova cominciò a compiere i primi passi per entrare in possesso della cittadina nel 1167...nel 1199 Genova stipulò con Oneglia una convenzione che concedeva alla Repubblica la facoltà di reclutare soldati per il suo esercito e la sua marina fra i contadini e i pescatori di Oneglia. Il Vescovo restava sempre il Signore nominale di Oneglia, pur lasciando alla città la libertà di governarsi. Il governo episcopale del Vescovo di Albenga fa pensare all'osservazione del Machiavelli, secondo cui i governanti ecclesiastici "hanno Stati e non li defendono, sudditi e non li governano" ( Il Principe, 11, 1 ).
...Le truppe repubblicane francesi occuparono Oneglia nel 1792, distruggendo, saccheggiando e dando alle fiamme la città...L'esercito francese spogliò l'altare della chiesa Parrocchiale ( ndr. v. Duomo San Giovanni), piantò la bandiera della libertà al posto del Crocifisso, installò lunghe tavole nelle navate, spargendo i resti del festino attraverso la Chiesa con l'accompagnamento di canzoni licenziose...
...La città di Oneglia lascia al turista un'impressione differente da tutte le altre città della regione.Le strade principali sono larghe, col marciapiede coperto da un porticato; numerose piazze danno un senso di spaziosità, si potrebbe quasi dire di grandezza, e gli edifici pubblici fanno pensare di più all'architettura piemontese che a quella genovese. Vicino al porto si incontrano i più svariati tipi di individui: marinai e pescatori, contadini della vallata e uomini d'affari intenti a sorvegliare il carico e lo scarico della merce, venditrici di pesce e bambini che giocano ai birilli. I suoi antichi edifici sono scomparsi, distrutti da bombardamenti spagnoli, francesi o genovesi, mentre un solo tratto delle mura di cinta è conservato in Piazza Calvi, dove un'iscrizione ricorda gli avvenimenti principali della storia d'Oneglia...
...L'olio d'Oneglia è famoso da secoli' per le sue qualità eccezionali e la sua industria forma una delle principali attività degli abitanti. Fino a che non si tagliarono gli alberi durante la prima guerra mondiale, le colline dei dintorni di Oneglia, Porto Maurizio e Diano erano ricoperte di olivi ed il commercio dell'olio costituiva una delle principali fonti di prosperità. Ora che garofani e violacciocche hanno occupato le fasce al posto degli ulivi, la produzione è diminuita, e l'olio d'oliva puro, non alterato da olio di noce o cotone, è piuttosto raro.
Oneglia è diventata negli ultimi anni una vera città industriale, con una fonderia, fabbriche di acciaio e cemento, alle quali la città deve fumo nero, alti camini e polvere...
Il paesaggio intorno ad Oneglia è molto bello...La strada che risale la valle dell'Impero e che, attraverso il Colle di San Bartolomeo, raggiunge Pieve di Teco, il Colle di Nava ed il Piemonte, permette piacevoli gite..''
Bibliografia
E. e M. Berry, Alla porta occidentale d'Italia, Bordighera, Ist. internaz. Studi Liguri, II ristampa anastatica, 1985, pagg. 138-163; trad. it. a cura di A. Stauble di At the Western Gate of Italy, London, 1931)