Chiesa di Coronata

Notizie storiche


Secolo

XII (primo dei numerosi atti notarili in cui si parla della chiesa "Sante Maria de Colunnata").

 

Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...)

Prima metà del XII secolo (ved. note secolo).

 

Data (inaugurazione)

1502 (consacrazione).

 

Utilizzazioni

Il culto della "Madonna di Columnata" sostituì il precedente culto dedicato a "San Michele Arcangelo".

 

Attività (uso attuale)

Santuario. Edificio di culto regolarmente aperto al pubblico.

 

Uso storico

Il Santuario ebbe il titolo di Priorato fino al 1635, anno in cui divenne Abazia.

 

Annotazioni/Descrizione


Nel 1492 i Canonici Regolari di S. Agostino, partendo dal presbiterio edificato da Luca Spinola (1490), iniziano la costruzione della chiesa, che incorpora le due cappelle di San Michele (VIII secolo) e della Madonna (XI secolo). Il nuovo tempio, a tre navate, in stile romanico-rinascimentale, con influssi del gotico cistercense, viene consacrato nel 1502 da mons. Domenico Valdettaro, vicario generale dell'arcivescovo di Genova. Dopo essere stata trasformata in stile barocco (1720), la chiesa viene saccheggiata e devastata, prima dalle truppe austriache (1747) e poi da quelle napoleoniche (1800). Nella prima metà del Novecento, i "grandi restauri", progettati dal prof. C. Thermignon di Torino, la riportano al suo stile originario. I lavori, portati a termine da mons. Pisani (1907) nel coro e nel presbiterio, continuano nel resto della chiesa, con alterne vicende, negli anni successivi, per concludersi (con il parroco don Umberto Carnicelli) nel 1940 in occasione del secondo Centenario dell'Incoronazione della statua della Vergine. Purtroppo, il 9 Novembre 1943, un terribile bombardamento distrugge parzialmente la chiesa e la canonica. Nella ricostruzione (1951-1955) viene rispettata la struttura architettonica del vecchio tempio, mentre la ricca decorazione neo-gotica delle volte e delle colonne è sostituita da una tinteggiatura a bande bianche e nere. Dopo un nuovo periodo di chiusura del Santuario (1963-1971), dovuta ai danni provocati dalla costruzione della galleria autostradale che passa sotto la collina di Coronata, il tempio restaurato viene riaperto e così lo vediamo oggi nella luminosità delle sue tinte chiare, che mette in risalto l'eleganza delle linee architettoniche.

 

Struttura Architettonica

La chiesa offre un ampio presbiterio, il Coro in noce, tre navate, dieci cappelle laterali che lungo i secoli erano state arricchite da opere artistiche e lapidi, distrutte da incursioni militari e dal terribile bombardamento del secondo confitto mondiale (1943). E' rimasta illesa la cappella della Madonna, abbellita da preziosi marmi, stucchi e dipinti storici, con la tela che raffigura il Doge della Repubblica di Genova che ringrazia la Madonna per la protezione avuta nella guerra avuta contro il Re di Aragona. Nella galleria degli ex-voto si possono ammirare i famosi coniugi miracolati "Pacciugo e Pacciuga", la cui vicenda è da far risalire alla fine del XV secolo. Durante i bombardamenti è stata rinvenuta, sotto l'altare, la primitiva immagine della Madonna che era stata distrutta in uno dei tanti incendi del Santuario durante gli assedi di Genova.

 

Esterni

La sobria facciata del '500 presenta il portale principale con la scritta: "O Gloriosa Domina" e un originale bassorilievo marmoreo che raffigura la Vergine Incoronata e le statue del Salvatore, San Giovanni Battista e San Agostino, protettori dei canonici regolari.

 

Interni

La chiesa ha una lunghezza di 42 metri e una larghezza di 27 metri; il suo interno ricostruito "in stile" con elementi che richiamano sia il romanico-rinascimentale sia il gotico, è diviso in tre navate da otto colonne ottagonali. Alla base delle volte a crociera costolonate, si possono ammirare i peducci in ardesia recuperati dopo la distruzione del 1943. La navata centrale porta ad un ampio presbiterio.

 

Opere notevoli (oggetti mobili)


Procedendo dall'ingresso a destra...

Cappella di San Gerolamo: il 7 Aprile 1604 la cappella fu concessa dai Canonici Regolari alla signora Pellina, figlia del fu Bartolomeo Lomellino e moglie di Bartolomeo Calvi. La signora Pellina vi fu sepolta nel 1634. L'altare è stato distrutto nel bombardamento del 9 Novembre 1943. Sulla parete destra vi è la lapide con la scritta "Ossa Sanctorum Martirum" ricorda che qui sono custodite le Reliquie di alcuni Santi, ritrovate dopo la distruzione del 1943.

Cappella della Deposizione: (già San Agapito, con le sue reliquie nell'altare) il 3 Maggio 1637, il marchese G.B.Spinola, nel suo testamento, fa lascito (legato) per la celebrazione di una messa quotidiana a questo altare. Qui erano le tombe della famiglia Spinola. Il quadro raffigurante la "Deposizione" è di Bernardo Castello (1557-1629).

Cappella del SS Salvatore:(già dell'Immacolata e di S. Agnese) il 13 Luglio 1591 la cappella (allora intitolata a San. Giovanni Battista) viene assegnata dai Canonici alla famiglia De Ferrari, che avrà qui le proprie tombe. Nell'ottocento la cappella (di proprietà del duca De Ferrari Galliera) era chiusa da una cancellata. L'altare, provenie dalla cappella dell'Istituto scolastico "Immacolata Concezione delle Figlie della Carità".

Cappella del Crocifisso: fatta costruire nel 1536 da Isabella Pallavicini restaurata nel 1690. L'altare fu ricostruito nel 1963, su progetto dell'arch. Emma Molinari, utilizzando elementi preesistenti e marmi pregiati provenienti dalla cappella di San Michele, distrutta nel 1943. Nel timpano la raffigurazione (poco usuale) di Dio Padre, creatore del mondo. Nel sopraltare, il Crocifisso, tra Maria Vergine e San Giovanni Apostolo. Di rilievo il Sole e la Luna, il teschio e gli altri elementi decorativi, il tutto di marmi bianchi e neri. Nella parte inferiore della mensa, su un fondo nero di Portoro, si possono vedere tre altorilievi in marmo bianco raffiguranti, quello al centro, la Maddalena ai piedi della corce, quelli ai lati, San Giovanni Evangelista e la Madonna.

Parete due dipinti del Pancalino (1560) raffiguranti San Pietro e San Paolo; in centro "La Sacra Famiglia" di G.Siciolante da Sermoneta (1521-1580) già attribuita a Pierin del Vaga.

Cappella di N.S.Incoronata questo tempietto fatto erigere nel 1498 da Antonio Spinola su uno preesistente, si salvò miracolosamente dal bombardamento del 1943. Nell'ottocento vi si adempiva la cappellania del principe Doria. Conserva l'aspetto ottocentesco; la nicchia di marmo risale al 1894, mentre l'altare marmoreo, che sostituisce quello preesistente di legno, fu realizzato nel 1895. Su quattro archi a tutto sesto poggia il tamburo della cupola, nel quale si alternano finestre e nicchie separate da lesene binate. La volta a lacunario, ornata da grossi rosoni, culmina nel lanternino, illuminato da quattro finestre. I grandi quadri delle pareti sono di Filippo Alessi (1827) quelli ai lati della nicchia, raffiguranti la storia del "Pacciugo e della Pacciuga" sono firmati M. Baschenis (1875). I quattro affreschi delle lunette, alla base della cupola, sono opera di G.B.Semino, le decorazioni in stucco e marmi pregiati sono di Carlo Zinaghi.

Altare Maggiore: Cappella fatta erigere da Luca Spinola; nel coro vi erano le tombe della famiglia Spinola. OPERE NON PIU' ESISTENTI: sulle pareti esistevano un quadro del Badaracco e uno di scuola bolognese; vicino alla balaustra un piccolo quadro in legno raffigurante il SS.mo Salvatore, proveniente dall' Algeria. Nel coro si potevano ammirare cinque quadri di F.Alessi raffiguranti il SS.mo Salvatore al centro e ai lati i quattro dottori della chiesa latina (San.Agostino San.Gerolamo San.Gregorio San.Ambrogio) che erano raffigurati anche in medaglioni ad affresco, nel presbiterio. Sulla vetrata della finestra circolare si stagliava l'effige di San Michele. SITUAZIONE ATTUALE: sulla parete di sinistra esiste ancora il sacrario in marmo degli "Oli Santi" (XV Sec.) sulla parete di destra il reliquiario, più recente, che custodisce, in pregiate teche, reliquie di molti santi.

Cappella di San Michele e degli Arcangeli: cappella in stile "barrocchetto" è l'unica absidata. Altare con la copia del famoso San. Michele di Guido Reni eseguita dal pittore Vito De Gerolamo (1957). Sulle pareti due tele raffiguranti San.Raffaele e San.Gabriele, opera di Luisa Corradi Conte (1985). I lampadari sono gli unici salvati dal bombardamento.

Sepolcro di Mons. Francesco Pallavicini e affresco (originale) di autore ignoto raffiugurante San. Gerolamo penitente nel deserto

Cappella del Battistero: (già di San. Giovanni) altare cha andò distrutto nel 1943. Il reliquiario proviene dalla chiesa del Sorriso Francescano. Sulle pareti due dipinti raffiguranti l'Annunciazione (a destra) e l'Assunta (a sinistra).

Cappella del Rosario: (già di San. Michele) prima del 1943 si poteva ammirare sopra l'altare il dipinto raffigurante San. Michele nell'atto di scacciare Lucifero e gli altri ribelli dal paradiso.

Cappella di San. Agostino: i quadri sulle pareti laterali, opera del Pancalino (1560) ora spostati perchè l'apertura delle due monofore ai lati dell'altare, avvenuta nella ricostruzione ha impedito di ricollocare i dipinti nella loro sede originaria.

Bibliografia


Le notizie sono state ricavate durante la visita al Santuario grazie a note poste all'interno della chiesa e a documenti che -molto gentilmente- il Parroco mi ha fatto consultare.

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022