Chiesa di San Barnaba

Notizie storiche


Secolo XIII secolo d.C.

Data 30 Giugno 1244

 

Utilizzazioni


Attività (uso attuale): La chiesa, oltre a svolgere le canoniche funzioni religiose, è attualmente nota per il suo presepe che comprende figure a manichino di produzione genovese riferibili ad un periodo compreso tra il XVIII e il XIX secolo.L'allestimento raffigura il paesaggio collinare e montuoso delle vallate genovesi.

Uso storico: La prima notizia certa riferita alla chiesa di San Barnaba si data al 30 Giugno 1244 e ci informa di un permesso di ‘’bailia’’ concesso ad un gruppo di cittadini dall’abate e dai monasteri benedettini di San Siro per costruire un edificio in località Airolo da destinare ad un certo frate Bonifazio e a eventuali suoi soci che desiderassero vivere da eremiti non reclusi. I nomi dei cittadini erano: Giacomo Bestagno, Ansaldo Giudice di Piazzalunga, canonico di San Donato e Durante Callegario. L’oratorio o chiesa si sarebbe chiamato San Barnaba e fra Bonifazio avrebbe seguito la regola di San Benedetto. Come pegno simbolico per la concessione di tale permesso i frati avrebbero donato una libbra di cera nella festa titolare, censo poi trasferito al capitolo si S. Lorenzo. Nel 1252 fu concesso alla comunità che abitava S. Barnaba (non eremiti, ma monache cistercensi dipendenti dall’abbazia di Santa Maria del Tiglietto) la facoltà di creare accanto alla chiesa anche il cimitero. Una lapide sulla porta di ingresso testimonia il lavoro dalla domina Leona Ususmaris che nel 1286 si impegnò ad ingrandire le strutture dell'eremo. Una lapide del 1362, incorporata in un’altra del 1622, attribuisce poi alla badessa Cisiana Bestagno altri lavori. Ma già alla fine del primo ventennio del XV l'edificio doveva volgere in uno stato di degrado, come tetimoniato dall'abbandono delle monache che si erano spostatemo nel vicino monastero di San Tommaso. La chiesa fu affidata ad un rettore, Francesco di Lisana, che nel 1455 accolse le suppliche dell’eremita francescano frate Niccolò degli Arcangeli, concedendo il permesso di ristrutturare l’edificio e lavorare la terra. Terminata l’esperienza di Niccolò tornarono le claustrali, che nel frattempo avevano sempre dimosrato interesse nel riappropiarsi dell' antica sede. Leone X stabilì poi che nel 1516 le poche monache di San Barnaba si trasferissero nell’eremo più grande di Sant’Andrea della Porta, decisione che fu assecondata non senza qualche resistenza da parte della comunità monastica di San Barnaba, segno di un grande attaccamento al luogo sacro. I dominicani cedettero nel 1538 San Barnaba all’Ospedale di Pammatone per permettere la realizzazione di un centro di recupero per i malati in via di guarigione. Da quella data ai Cappuccini fu permesso l’accesso e l’utilizzo dell’eremo avendo come unico pegno simbolico la donazione di un mazzetto di fiori nel giorno di Santa Caterina. Da questo momento il cenobio si aprì alla vita esterna. Durante i primi decenni del XVII si operarono altri lavori di riorganizzazione e forse in questa sede furono occultate le tracce della struttura del ‘200. La chiesina ebbe allora la sua facciata linda e spoglia fino al 1949, quando i restauri post-guerra rimisero in luce l’ogiva. L’esigenza di nuovo spazio portò nel 1841 all’erezione di un oratorio, in un momento storico in cui l'attività di San Barnaba doveva esser ancora assai prospera. A fine ottocento poi, la piccola chiesetta a navata unica fu resa più armoniosa con la costruzione delle due cappelle laterali sinistre, che andavano ad aggiungersi a quelle già presenti sul lato destro secondo il canone delle chiese cappuccinesche liguri.

 

Descrizione


Esterno:

Contesto: San Barnaba si trovava in antichità in una zona verde con una magnifica panoramica sulla città di Genova. La sua posizione privilegiata, fuori dal centro urbano ma non distante da esso, ha contribuito in modo essenziale ad incrementarne il fascino e dunque la fortuna come luogo sacro nel corso dei secoli. Percorsa la salita di Santa Barnaba si giunge al cancello d'ingresso, sul cui timpano si trova una statua seicentesca che prima del 1949 apparteneva alla facciata della chiesa. Sopra il cancello si legge un'iscrizione che invita a rifuggire il buio del mondo.Varcata la soglia del romitorio si può osservare sulla sinistra un portichetto di accesso alla portineria del convento con la lapide gotica del 1286, mentre sulla destra l'ingresso dell’oratorio. Edificio:La struttura della chiesa di San Barnaba è semplice,in stile cappuccino. La facciata, con due iscrizioni che ricordano i restauri del 1362 e del 1949, dopo il restauro del 1949 permette di leggere anche le fasi più antiche dell'edificio: richiamano l’architettura trecentesca elementi elementi come il finestrone a ghiera leggermente acuta costituita da 13 conci bianchi e neri, diviso da colonnine e una fila di archetti abrasi sotto la sporgenza del tetto e la una trifora sormontata da ghiera e arco acuto con una fila di archetti di coronamento.La struttura della chiesa è essenziale, con una navata unica in cui anticamente dovevano esser presenti solo due cappelle sul lato destro, secondo lo stile cappuccinesco ligure. A fine ottocento vennero poi aggiunte le due cappelle del lato sinistro, con lo scopo di armonizzare l'architettura. Il coro è di forma irregolare ed estremamente semplice, con leggio in legno al centro.


Interno:

Pareti: Sulle pareti si trova un ciclo di affreschi di Giuseppe Palmieri (XVIII secolo); nelle cappelle laterali sono notevoli il 'San Lorenzo da Brindisi' e la 'Madonna col Bambino' presenti nella seconda cappella a sinistra e il 'San Francesco in contemplazione' della prima cappella a sinistra. Soffitti: Furono ricostruiti con il restauro del 1949 in legno ed in stile gotico, allo scopo di riconferire alla San Barnaba un aspetto che richiamasse la sua dimensione di chiesa storica e assai antica di Genova.

 

Opere Notevoli


Sculture: Di fianco al cancello di ingresso si trova una statua seicentesca, qui spostata dopo il restauro post-guerra della facciata. L'autore è sconosciuto.

 

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022