Notizie storiche
Frazione di secolo: seconda metà XIII sec.
Data (fondazione): 1260
Utilizzazioni
Attività (uso attuale):auditorium,sala eventi,sala teatrale. A partire dal 1991 la chiesa è adibita ad auditorium e palcoscenico del Teatro della Tosse di Genova
Uso storico:edificio di culto,edificio per cerimonie pubbliche,magazzino, laboratorio artigianale. Dal 1260 chiesa di culto del convento dell’ Ordine dei Carmelitani Calzati dedicata a Santa Tecla,dal 1477 chiesa di culto cittadino intitolata a Sant’ Agostino, tra il 1270 ed il 1339 ospita le funzioni pubbliche per l’ elezione di Capitani del Popolo e del primo Doge di Genova. Nel 1798 la chiesa è usata come magazzino, nel 1905 i locali sono adibiti a falegnameria e dal 1911 alcune cappelle ospitano unità abitative.
Storia
E’ stata edificata a partire dal 1260 per volere dell’ Ordine degli Eremitani Calzati della Regola di Sant’ Agostino con il nome di Santa Tecla. La chiesa nel tempo assunse anche la dedicazione a Sant'Agostino, attribuito ufficialmente nel 1447, dato che così era chiamata dai membri delle molte corporazioni popolari che qui erano ospitate: tessitori, bottari, filatori, coltellai ed altre. L'edificio è tra i pochi esempi ben conservati a Genova di architettura del XIII secolo che siano sopravvissuti alla distruzione dei secoli XVIII-XIX di edifici appartenenti ad ordini religiosi.
Note: La chiesa di Sant’ Agostino acquisì notevole prestigio quando, nell’ anno 1270, vennero eletti al suo interno, con una grande cerimonia pubblica, i Capitani del Popolo Oberto Spinola e Oberto Doria, ed ancora più grande divenne la fama della chiesa grazie all’ elezione, il 23 settembre 1339, di Simon Boccanegra, primo Doge perpetuo della Repubblica di Genova
Contesto:La chiesa affaccia nella parte sinistra sulla vicina Piazza delle Erbe, nella parte destra nella soprastante Piazza Sarzano e la parte posteriore su Via di Ravecca.
Edificio: L’edificio, a pianta basilicale con tre absidi semicircolari, presenta un particolare campanile nelle parte destra, a base quadrata e con guglia ottagonale. Datato 1282, è costituito da registri sovrapposti di bifore e quatrifore, conclusi da archetti pensili a tutto sesto, ed i muri esterni della cuspide sono decorati con maioliche policrome. L’edificio presenta inoltre, nella parte destra, due chiostri, uno più piccolo di forma rettangolare, ed uno più grande di forma triangolare.
Facciata: la facciata, datata 1289 secondo l’epigrafe che quì si trova, è a quattro spioventi, a fasce orizzontali bianche (marmo) e nere (pietra di promontorio). Suddivisa verticalmente in tre parti mediante quattro lesene anch’esse bicrome, la facciata della chiesa di Sant’Agostino presenta archetti pensili a sesto acuto sovrastati de motivi a cornice dentellata nella parte alta degli spioventi. L’oculo centrale ospitava un tempo una vetrata decorata che i restauri, condotti tra il 1926 ed il 1932 da Orlando Grosso, non hanno potuto restituire per l’insufficienza dei materiali sopravvissuti. Ai lati del portale sono presenti due bifore ogivali strombate realizzate in occasione del restauro di Orlando Grossso, in sostituzione di due aperture semicircolari che erano state inserite in facciata durante il XVII secolo.
Portale: il portale, realizzato attorno al 1390, presenta l’arco a sesto acuto e la strombatura decorata con motivi a cornice dentellata, il tutto in bianco e nero. Nella lunetta soprastante l’ingresso si trova l’affresco realizzato da G.B.Merano, raffigurante Sant’Agostino attorniato da putti sullo sfondo costituito dalla valva di una conchiglia.
Interni:La parte anteriore della chiesa era riservata ai fedeli, coperta da capriate lignee, sorrette da archi poggianti su colonne cilindriche a rocchi, dotate di basi di pietra con unghiature agli angoli e di capitelli cubici. La parte restante è coperta da volte a crociera costolonate sorrette da pilastri poliscili, con un intercolumnio minore che poggiano a loro volta su pilastri ottagonali per le quattro crociere delle navate laterali. Si crea così un “sistema statico alternato” che esplicita legami con l’ architettura lombarda romanica, mentre vi è influenza di stile gotico francese per quanto riguarda le colonnine che sorreggono i costoloni delle volte maggiori. La copertura delle navate laterali è da attribuirsi al XV secolo, che causò lavori di innalzamento del tetto e quindi la perdita di parti delle finestre originali. Sempre nel XV secolo, sul fianco sinistro della Chiesa, venne aperta una serie di cappelle sfondate, acquisite poi da diverse corporazioni genovesi. Il coro ha oggi forma circolare ma in origine ebbe forma poligonale. Le decorazioni murali dell’ interno oggi, anche a causa dei diversi danni subiti in seguito a bombardamenti e agli interventi napoleonici, sono molto scarse. In pochi punti, specialmente in alcune volte a crociera della navata e delle cappelle di sinistra, troviamo resti di affreschi, ai quali lavorò anche Barnaba da Modena, raffiguranti sagome di santi e angeli, o elementi decorativi. La gran parte degli affreschi non visibili, però, è coperta da un intonaco particolare, che li preserva dall’ eccessiva umidità della Chiesa. Gli archi delle navate e i costoloni delle volte a crociera sono bicromi con l’ alternanza di marmo bianco e nero, come nella facciata. A dirimpetto del coro, in cima ad una struttura lignea a scaloni, posta all’ interno della Chiesa in seguito al progetto di renderla Audtorium, si trova la statua originale del Genio dell’ Armonia, dello scultore Giuseppe Gaggini.
Pavimenti:L’originale paviento fu divelto a seguito della chiusura stabilita il14 ottobre1798 dal consiglio dei Sessanta del nuovo governo ligure, scelta che segnò un’epoca di grave declino per la chiesa.
Le Guide
Attualmente la chiesa è sconsacrata, ma l’Anonimo fornisce un’appassionata descrizione che ci fa comprendere quanto, questo edificio, situato in una zona di grande passaggio fosse importante: «Questo gran tempio è uno de’ più vasti di Genova, poiché ha da 300. palmi in lunghezza. Egli è a tre navi, e di gotica architettura. La facciata è tutta in marmi, e pietra, e di una considerevole elevatezza. A lato è un vasto Convento, il quale distendesi sino alla Piazza Sarzano; la parte di esso, che qui corrisponde serve ora a Quartiere della soldatesca. La chiesa era servita da’ PP. Agostiniani, i quali avean qui la lor prima sede; licenziati nel 1798. fu ella abbandonata. Ella è pure proporzionatamente larga, ed ornata di numerose cappelle».
Situata in Piazza Renato Negri è attualmente sconsacrata. Venne edificata a metà del XIII secolo per gli eremitani di sant’Agostino, che l’abbandonarono nel 1798, per decreto del Consiglio dei Sessanta, a seguito delle leggi napoleoniche sulla soppressione degli ordini religiosi. L’abbandono determinò l’inizio della rovina del tempio che, nel corso degli anni venne depredato ed addirittura utilizzato come magazzino e, come officina. Nel 1846 iniziarono a levarsi grida di protesta sulle condizioni in cui verteva l’edificio; Alizeri, nella “Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze” suggerisce l’utilizzo del tempio come complesso museale. Per quanto riguarda la descrizione afferma: «veneranda all’aspetto, e sdegnosa per severa e maestosa bellezza dell’ingrato abbandono e della squallidezza in che giace dalla sua soppressione. […] dentro non ne torreste che compassione, a vedere le bieche opere onde le diffamarono i secoli addietro, e le fuliggini che vi lasciò la fucina dei fabbri intromessi a contaminare l’angusto santuario. Vi piaccia l’elegante prospetto; e vo’ dire elegante, malgrado l’architettura che uscia sì severa da’ maestri del Medio Evo».
Bibliografia Guide
- Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 48
- Poleggi Ennio e Poleggi Fiorella (Presentazione, ricerca iconografica e note a cura di), Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, Genova, Sagep, 1969 pag. 244-245
Bibliografia
AA. VV., La scultura a Genova ed in Liguria,Fratelli Pagano Editori, Genova, 1989.
Algeri G., De Floriani A., La pittura in Liguria, il Quattrocento, Gruppo Carige, Genova, 1991.
Bagioli G., Guida d’Italia – Liguria,Touring Club Italiano, Milano, 1982.
Gavazza E,, Lamera F., Magnani L., La pittura in Liguria, il secondo seicento, Sagep editore, Genova, 1990.
Marcenaro G., Repetto, F., Dizionario delle chiese di Genova, Tolozzi editore, Genova, 1970.