Gio. Benedetto Castiglione, Natività
Autore : Gio. Benedetto Castiglione detto "Grechetto"
Titolo dell'opera: Natività (l'adorazione dei pastori)
Data : 1645
Ubicazione: Chiesa di San Luca
Dimensioni : olio su tela cm 398 X 218
[modifica]
Descrizione dell'opera
Si tratta della prima opera commissionata con destinazione pubblica, risalente al 1645, per la chiesa genovese di San Luca proprietà della famiglia Spinola.
La pala assomma caratteri di qualità e aggiornamento che si collegano alle presenze in città del primo Seicento, Rubens e Van Dyck in particolare, alle acquisizione romane e allo studio delle prime opere di Poussin. L'impostazione spaziale si rivela con caratteri di novità: i personaggi si addensano sul lato destro della scena su piani lievemente diversi. La Vergine risulta con il Bimbo fulcro di un insieme di linee idealmente provenienti da un arco di cerchio sul quale si dispongono tutti i personaggi, ma leggermente distanziata da questi, quasi in un isolamento evidenziato dalla luce promanata dal giacilio del Bambino. L'articolazione dello spazio è ripresa anche dal gruppo di angeli che si addensano sopra la scena, intrecciando gesti e movimenti come in un gruppo plastico. L'accentuata fisicità di questi ultimi, la naturalistica evidenza del loro sporgersi verso la scena ripropone la ricchezza dell'esperienza romana e forse napoletana. Per la presenza del gruppo d'angeli si può forse pensare anche ad un riferimento alla pala della Circoncisione del Gesù di Genova.In corrispondenza con la figura della Vergine, la colonna separa il luogo del sacro avvenimento da un fondale rappresentato a squarci. Poussiana è la figura di Giuseppe, del pastore con le mani giunte nella posizione dell'oratio, la luca che illumina il volto del Bimbo, nell'accostamento delle tonalità di veste, manto e velo della Vegine, così pure i gli incarnati dalle tonalità rosso-brune, questi ultimi trovano anche riferimenti nelle scelte rubensiane. Nei particolari in primo piano è evidente una precisa propensione naturlistica proveniente dall'esperienza sull'opera del Van Dyck.
La tela di San Luca e la mediazione culturale del Castiglione si confermano centrali nel sintetizzare a tradurre in direzione barocca un ampio quadro di esperienze nel nodo della cultura figurativa genovese alla metà del secolo. D'altra parte l'invenzione del Castiglione affronta il tema della Natività con soluzioni, anche dal punto di vista iconografico, originali.
Con i restauri effettuati in occasione della Mostra della Pittura del Seicento e del Settecento in Liguria del 1947, è stata individuata la firma e la data - IO: BENED./CASTILIONVS/1645 - apposta dall'artista su un frammento architettonico apposta sulla parte bassa a sinistra della tela.
La tela venne foderata ed il supporto ligneo sostituito nel 1947. La pellicola pittorica è interessata da una vernice molto consistente, ingiallita e alterata. Molte le operazioni (bonifica del supperto ligneo, pulitura della pellicola pittorica, protezione della pellicola cromatica con vernice irreversibile) eseguite dal restauratore Gianni Casale
[modifica]
Fonti
- F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, terza giornata, Genova 1846. pp. 30:La tavola del presepio a sinistra di Gio. Benedetto Castiglione è unica in questa chiesa; ma per sé sola compensa la penuria. Vien comunemente riputata come il suo capolavoro d'argomento storico, per gentilezza di composizione, per garbo, vivacità e gusto di pennello. Non però sono irreprensibili i colori dal lato della naturalezza, e mal s'adira il Ratti contra Monsieur Cochin che li accusa di troppo rosseggianti, difetto riconosciuto pure in quest'artista dall'imparziale e dottissimo Lanzi. Son' anche da lamentare la cattiva imprimitura e'l magro impasto, cagioni immediate perché il quadro è in molte parti anerito. Del resto le copie che veggiamo esserne fatte, e più le molte imitazioni de' bei concetti, de' brillanti colori che vi si veggon, non isdegnate da ottimi pittori, e tra questi singolarmente dal Piola son la miglior testimonianza di quanto fosse apprezzato a' suoi tempi, e debba apprezzarsi da noi.
- Soprani, Vite de' pittori ed architetti genovesi, tomo primo, seconda edizione riveduta da Carlo Giuseppe Ratti, 1768. pp. 311-312 : Per la Chiesa di S. Luca lavorò un quadro entrovi la Natività di Gesù. Io son di parere, che il Castiglione non facesse giammai Opera migliore di questa. Risplende nel volto del Santo Bambino un'aria d'ineffabil maestà. Nel divoto atteggiamento della Vergine, che amorosamenta guarda, e adora il suo Divin Figlio spicca la pietà, e la fede: siccome traspira certa tenerezza nel vecchierello Giuseppe, che col cenno invita i sopravvegnenti a contemplare il sovrano Mistero. Veggonsi in oltre colà ginocchioni alcuni pastori intorno al presepe co' donativi; ed alcuni altri in atto di sonar flauti,e zampogne. E finalmente veggonsi in alto schiere d'Angioli aventi una grazia tutta di Paradiso: ed uno d'essi, che con turibile alla mano incensa il giacente umanato Dio. Scelto è di quella tavola il disegno: armoniose, e ben distribuite sono le tinte: veri, e vivamnete espressi gli affetti: in fomma non è parte in essa, che non sia sorprendente, e meravigliosa.
[modifica]
Bibliografia
- Massimo Marchelli, VHS, Giovanni Benedetto Castiglione il Grechetto, 2Fvideo.
- Saggi di Gianvittorio Dillon, Il genio di Giovanni Benedetto Castiglione il Grechetto, Sagep Editrice, Genova 1990.