Il mondo come giardino : Lodovico Winter nacque nel 1846 a Heidelberg, in Germania, ereditando dalla madre pittrice la sensibilità per l’arte e lo straordinario interesse per la natura. Seguendo quest’innata vocazione, si recò a Erfurt, allora centro tedesco del florovivaismo, per studiare giardinaggio e frequentò per due anni la famosa scuola di Orticoltura di Potsdam. Terminati gli studi, lasciò la Germania per trasferirsi a Parigi, dove partecipò dapprima alla costruzione della grande serra delle palme, presso l’Esposizione Universale del 1867, e quindi lavorò come giardiniere nei parchi delle Tuiléries. Licenziato per motivi politici, proseguì il suo viaggio verso il Mediterraneo, attraversando la Francia meridionale, per giungere, infine, nella Riviera di Ponente. Fu proprio in Francia, a Hyères, che Winter conobbe Thomas Hanbury, ricco commerciante inglese, che aveva recentemente acquistato una vasta proprietà alla Mortola, vicino a Ventimiglia, dove aveva intenzione di creare un giardino che ospitasse piante da tutto il mondo. Nel 1868 Sir Hanbury affidò a Winter l’incarico di tale ambiziosa realizzazione: numerose piante esotiche furono importate da ogni continente, in un armonico accostamento con la vegetazione locale e le coltivazioni tradizionali dell’ulivo, della vite e degli agrumi; il clima particolarmente mite favoriva la naturale acclimatazione di ogni specie. Terminato il Giardino Hanbury nel 1873, Winter, che nel frattempo aveva sposato un’italiana, si lanciò con identico entusiasmo in un nuovo progetto: la coltivazione delle rose a Bordighera. Già nell’ottobre del 1874, Winter poté inviare le prime rose fresche a Monaco di Baviera, gettando così le basi per il commercio internazionale dei fiori provenienti dall’Italia. Nel frattempo, la costruzione della ferrovia lungo la costa, terminata nel 1871, offriva un mezzo di trasporto rapido per il commercio con il resto d’Europa. Lo straordinario successo della sua iniziativa, presto abbracciata da molti coltivatori del luogo, non bastò ad appagare Winter, che rivolse allora il suo interesse alla coltivazione della vegetazione esotica, in particolare delle palme. Nel 1875, in un vasto terreno lungo il Vallone del Sasso, realizzò il suo primo giardino botanico, completo di un bosco di palme, cui si aggiunse, in seguito, il parco della Madonna della Ruota, tuttora esistente. Si occupò, inoltre, della realizzazione e della cura di numerosi altri giardini, come quelli della Villa Zirio e della Villa Romita a Sanremo e quello della Villa Etelinda a Bordighera. Il più celebre giardiniere dell’epoca si spense, a soli sessantasei anni, nel 1912, lasciando ai posteri un illuminante testamento: “Una grande missione la nostra floricoltura e la nostra orticultura devono compiere, oltre quella di produrre piante e fiori per il commercio e per il diletto. Noi dobbiamo portare nelle case degli uomini, con le nostre piante e i nostri fiori, la voce del bello della natura, noi dobbiamo coltivare nella nostra anima, per il bene dell’umanità, il sentimento di responsabilità per il bello e per la natura”.
Lodovico Winter a Bordighera, da " Pagine allegre ", Milano, 1908 Il contributo di Lodovico Winter a Bordighera, oltre ai già ricordati Giardini del Vallone e della Madonna della Ruota, si manifesto' anche nella creazione dei parchi dell'Hotel Belvedere, di Villa Etelinda e soprattutto di Villa Ortensia, ricca di rarità botaniche e particolarmente pregevole per la composizione paesaggistica. Il vivaio di Winter in regione Braie si estendeva dall'Aurelia alla via Romana e costituiva un grandioso complesso di produzione, imballaggio ed esportazione di piante ornamentali e specialmente di palme in tutta Europa, e fu il primo del genere nella zona, stimolando pure una intensa attività similare, che era nuova per la Riviera.Creatore di molti giardini e aparchi anche nelle capitali europee, alscio' alla Riviera gli splendidi giardini Hambury della Mortola, ora di proprietà dello Stato, prestigioso esempio di armonica fusione, suggerita dall'ambiente naturale, di elementi compositivi di giardino all'italiana inseriti in un suggestivo e vario giardino paesaggistico all'inglese e di parco di acclimaticamento di piante tropicali. Notevole fu pure l'impegno del Winter per la diffusione della nascente floricultura che, secondo i suoi principi, non doveva provocare l'indiscriminata distruzione dell'ambiente naturale. Un suo manifesto del 1885, affisso in occasione della prima Fiera del Fiore di Bordighera, cosi' diceva : 2..coltiviamo dunque le nostre campagne.Il non coltivarle é un venir meno agli obblighi che possidente ha verso la Società. Educhiamo i nostri figli acciocchè si appassionino alla cultura del suolo. La Riviera ha bisogno di bravi Agricoltori, che sappiano profittare del progresso della scienza agricola moderna. Degli avvocati giuridici ne ha abbastanza. Che i nostri figli si facciano dunque avvocati della terra . Adoperiamoci a reprimere in noi e nei nostri prossimi lo spirito di lite, che sempre nuoce al bene pubblico ed individuale. Coltivando bene le nostre campagne il forestiero verrà più volentieri da noi ad ospitarsi. Non occorrono perciò costosi "boulevard" che non fanno altro che guastare il carattere bello della campagna. Rendiamo piuttosto le campagne accessibili per i trasporti agricoli con strade di larghezza sufficiente ed in linee che si adattino alla topografia dei luoghi, conservando cosi' quel carattere campestre ed incantevole.