Palazzo del Marchese Giorgio Doria

Storia


Il palazzo venne edificato tra il 1563 e il 1567 da Giovanni Battista Castello e Bernardino Cantone per Giovanni Battista Spinola; nel 1684 venne modificata l’originale facciata e fu sopraelevato di un piano; dopo il 1723 passo alla famiglia Doria.

L’edificio attualmente si trova in Via Garibaldi al civico numero 6.

Le Guide


Carlo Giuseppe Ratti, 1780

ciò che colpiva maggiormente, a detta del Ratti, erano gli splendidi affreschi che rappresentavano le glorie familiari della famiglia Spinola, «sono belli affreschi d’Ottavio Semino, e principalmente nella sala, in cui ha figurato Oberto Spinola, che espone il motivo di sua ambasciata all’Imperator Federico Barbarossa; il Monarca istesso, che conferisce il Generalato del mare a Niccolò Spinola; l’armata di Guidone Spinola da lui condotta in Giudea in soccorso all’esercito Cristiano, che assedia Acone, e lo sposalizio d’Argentina Spinola col figlio dell’Imperatore Andronico. In altra stanza lo stesso autore ha dipinto Danae, Proserpina, Europa, e Cefalo; e in altra ripartita in cinque quadri ha colorito a fresco il Cambiaso il precipizio di Fetonte, i fulminati Giganti, lo scorticamento di Marzia, Aracne, e Pallade, e la caduta di Icaro. La galleria è ornata di buoni quadri; […] del Vandik […] Malò […] Rubens […] 'Tiziano […]. Non si deve però tralasciare un basso rilievo della morte del Salvatore in bronzo lavorato da Angiolo de-Rossi nostro Scultor Genovese» 

Anonimo, 1818

La descrizione dell’Anonimo è schematica, ma piuttosto precisa: «Per una scala da due colonne adorna ascendesi al cortile da altre dodici colonne pur doriche di marmo bianco formate. In esso son poi belli affreschi d’Ottavio Semini, e principalmente nella sala, in cui ha figurato Oberto Spinola, che espone il motivo di sua ambasciata all’Imperatore Federico Barbarossa; il Monarco istesso, che conferisce il Generalato del mare a Niccolò Spinola; l’armata di Guidone Spinola da lui condotta in Giudea in soccorso dell’esercito Cristiano, che assedia Acone; e lo sposalizio d’Argentina Spinola col figlio dell’Imperator Andronico.
In altra stanza lo stesso autore ha dipinto Danae', Proserpina, Europa e Cefalo; e in altra ripartita in cinque quadri ha colorito a fresco il Cambiaso il precipizio di Fetonte, i fulminati Giganti, lo scorticamento di Marzia, Aracne e Pallade, e la caduta d’Icaro. La galleria è ornata di buoni quadri; due della Sacra Famiglia sono del Vandik; […] molti altri poi meritano somma lode, e quello particolarmente assai grande detto la famiglia del Rubens, ed un altro con la Crocefissione di Cristo del Tiziano, per omettere molti altri di gran pregio, che troppo lungo sarebbe l’annoverarli» 

Federico Alizeri, 1846 (Manuale del forestiere per la città di Genova)

Federico Alizeri, nel Manuale del 1846, sottolinea come questo palazzo sia in gran parte affrescato dai fratelli Semino, nella sala Ottavio dipinse alcuni episodi storici riguardanti la famiglia Spinola come «L’ambasceria di Oberto Spinola a Federico Barbarossa». Del primo salotto ci dice: «Quattro figure simboliche, d’Ottavio Semino. Gli spazii nel mezzo colla caduta di Fetonte e d’Icaro, collo scorticamento di Marsia, i fulminati giganti, Aracne e Pallade son del Cambiaso» e per quanto riguarda la camera da letto: «[…] affreschi di Ottavio Semino rappresentanti Giove e Danae: il ratto di Proserpina; il ratto d’Europa; Venere e Adone; una ninfa con un vecchio e Giunone, e diverse figure di amorini nelle lunette» a dimostrazione di quanto le squisite scene di gusto mitologico siano in auge. Nell’elenco dei quadri, compare : «[…] Ritratto in tavola della duchessa Sforza con collana ed abbigliamenti in capo, di Leonardo da Vinci»

Giovanni Battista Spotorno

Spotorno scrive«Sorge maestoso ed elegante nella ricordata via Nuova; fu eretto dalla famiglia Spinola [...] attualmente ne è possessore l’egregio marchese Giorgio Doria [...] ma ciò che lo rende maggiormente interessante è la copia d’affreschi e una scelta pinacoteca. Nella volta della grande sala sono diversi scomparti dipinti a fresco da Andrea Semino con fatti relativi alle gesta degli Spinola»

Federico Alizeri, 1875

Situato in Via Garibaldi 6, il palazzo fu edificato dagli Spinola e più precisamente, secondo Alizeri da Pantaleo Spinola, ma chi lo fece grande fu Andrea Spinola.
Della facciata si può notare che gli ordini e i fregi sono più recenti, rispetto all’edificazione del palazzo che risale al 1560.
È interessante leggere in Alizeri la descrizione di un superbo camino, situato nel Salone, scolpito tra il 1562 e il 1564 dal Bergamasco e dal Valsoldo.
Per quanto riguarda la decorazione ad affresco, «al Semino fu data la Sala […]. Oberto Spinola' che in cospetto del Barbarossa virilmente propugna i diritti di Genova, non è tanto argomento di patrizia alterezza quanto di carità cittadina. Ed è caro il vederlo espresso nella gran vòlta con quella gravità di espressioni, con quel giudizio di parti e con quell’accordo di tinte che Andrea ritraeva dagli esempi di Roma» .
Nelle stanze private era di gran moda ritrarre storie e scherzi di tema mitologico per cui, non deve apparir strano che «Luca Cambiaso ebbe a fingere nel primo Salotto Fetonte che piomba dal carro, ed altre favole intorno, per le quali ciò non di meno si corre a moralità coll’esempio di quegli altri temerarj che paiono sotto un velo di favola Aracne e Marsia, i Titani ed Icaro. Quivi non deesi a Luca altro titolo che di grazioso, cotanto è tenero e delicato al sapor dei colori».
La famiglia Doria, quando entrò in possesso del palazzo, arricchì notevolmente la quadreria di cui Alizeri ne fa un minuzioso elenco.

Bibliografia Guide


  • Alizeri Federico, (Attribuito a) Manuale del forestiere per la città di Genova, Genova, 1846 pag. 333-334
  • Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 193
  • Poleggi Ennio e Poleggi Fiorella (Presentazione, ricerca iconografica e note a cura di), Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818, Genova, Sagep, 1969 pag. 155-156
  • Ratti Carlo Giuseppe, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura scultura et architettura autore Carlo Giuseppe Ratti pittor genovese, Genova, Ivone Gravier, 1780, pag. 278-279
  • Spotorno Giovanni Battista, Descrizione di Genova e del Genovesato, Vol. III, Genova, Ferrando, 1846, pag. 317
Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022