Piazza Sarzano
Piazza Sarzano era l’unica vera grande piazza entro le antiche mura di Genova (IX secolo): si tenevano giostre e tornei, cordai e ortolani esponevano la loro merce.
La definizione spaziale della piazza seicentesca di forma allungata è data sul lato nord dal secondo Chiostro di Sant’Agostino (XVII secolo) e sul lato sud dalla Chiesa di San Salvatore (XII secolo, ricostruita nel 1653).
Al centro della piazza, un tempietto del XVI secolo, sormontato da un Giano bifronte, nasconde l’apertura delle grandi cisterne, un tempo serbatoio d’acqua della città.
Le ricerche, nei testi, di Piazza Sarzano, ha prodotto risultati curiosi: anche nelle guide turistiche aveva la nomea di luogo "poco raccomandabile", dedito alle zuffe e ai regolamenti di conti. Spesso, tra le righe dei nostri autori leggiamo di litigi, omicidi e crimini avvenuti in questa piazza (il più famoso crimine ricordato, è forse, l'omicidio de Pellegro Piola, ucciso a coltellate nel 1640).
Banchero, ricorda l'etimologia del nome Sarzano, egli racconta come derivi da Fundus Sergianus, per essersi quivi trovato, in epoca romana, un monumento a Sergio Sergiano.
Vengono ricordate, anche, le grandi cisterne d'acqua presenti all'interno della piazza, importanti perchè fornivano acqua a gran parte della città, ma anche queste, tristi testimoni degli efferati delitti cinquecenteschi (si narra come, a metà del 1500, svuotando tali cisterne per farne da due una, emersero dal fondo delle acque teschi, ossa umane e gran numero di armi, probabilmente il frutto delle lotte tra le fazioni civili dell'epoca).
I viaggiatori non hanno lasciato testimonianze considerevoli sulla piazza, l'unico che ne cita l'esistenza è Paul de Musset, dal quale, viene menzionata per i suoi collegamenti con tre fatti di cronaca.
Le Guide
Carlo Giuseppe Ratti
Il Ratti, nel 1780 descrive la piazza, a cui si accede percorrendo il Ponte di Carignano, che unisce il colle di Carignano a quello di Sarzano, "comodo da potervi passare quattro carrozze in fila" ed eretto su disegno dell'ingegnere Langlade nel 1718. L'autore scrive come la piazza sia «fabbricata sopra volte sotterranee da Pubblico per dar luogo a due vastissime cisterne, che alla Città provvedono d'acqua».
Davide Bertolotti
Il Bertolotti, per quanto concerne Piazza Sarzano, scrive: «è fabbricata sopra le volte le quali fanno tetto a smisurate cisterne. Ha Genova molti di sì fatti serbatoj sotterranei; onde si chiarisce perchè in tempo di assedio, quand'anche le tronchino il suo grande acquidotto, la città non è mai costretta ad arrendersi per mancanza di acqua. [...] Dalla lunga piazza di Sarzano, dominata da un campanile d'inusitata struttura che ha la punta a specie di mosaico, si parano con unica magnificenza innanzi allo sguardo il ponte di Carignano sì celebrato ne' libri de' viaggi, e la superba mole del tempio che incorona quel colle».
Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova
L' Alizeri, nella Guida artistica per la città di Genova, cosi scrive: «Non pochi scrittori sudarono intorno alla etimologia di SARZANO, alla cui PIAZZA c’incamminiamo. Di tali quistioni e delle congetture che se ne trassero meglio è il tacere a scanso di lunghezza, reputandole col Giustiniani destituite di fondamento perchè muovono da favole e sogni. Non taceremo quel che le storie ci affermano di questa piazza: essere stata campo di solenni disfide e teatro di lotte sanguinose nelle civili fazioni. E il caso ne dimostrò la verità; poiché scavandosi quivi nel 1586 d’ordine publico una gran cisterna per dar acqua da due pozzi (or ridotti in uno) agli abitanti, si trovò gran numero d’ossa, e molt’armi da offendere, e celate ed usberghi ed elmetti con entrovi ancora i teschi mozzi da’ lor busti . Altre memorie si destano nel colto cittadino. La prima volta che Genova piegava il collo a straniero Signore, su questa piazza un sindaco Cesareo ricevea dal popolo il giuramento di fedeltà al settimo Arrigo; che fu il dì d’Ognissanti dell’anno 1311 . Io so che piace a’ cittadini eziandio la memoria di lugubri fatti quando vanno congiunti a qualche gloria; piace riandarne le particolarità, vedere i luoghi ove que’ fatti, o lieti, o funesti si maturarono. Onde non ommetterò l’empio assassinio di Pellegro Piola, in questi luoghi ferito per mano invidiosa il giorno 25 novembre del 1640».
Federico Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze
Alizeri nella sua Guida scrive: «Abbiam piede sulla Piazza Sarzano, disgiunta per valle angusta e profonda dall'amenissimo colle di Carignano.»
Descrive questa piazza caratterizzata da «contese, azzuffamenti e sanguinose disfide. Nel 1586, rinfiancata di salde mura accolse in capaci cisterne gran copia d'acque a servizio pubblico; ma come per braccia d'uomini si prese a cavare il gan vaso, mostrò nel suo grembo un confuso di scheletri, d'armi e d'elmetti, lacrimabili avanzi di guerra intestina. Altre volte fu scena a solenni festeggiamenti, nè sempre gradevoli a libertà».
Qui si trova la Parrocchia di S.Salvatore, la più antica di questa piazza.
Alizeri continua indirizzando uno sguardo al gotico e svelto campanile della chiesa e convento di S.Agostino, che si eleva dal fitto delle case che chiudono Sarzano.
Giuseppe Banchero
Banchero scrive riguardo a Piazza Sarzano: «Piazzale largo e lungo assai; ne' capi sono le cisterne pubbliche. L'origine del nome viene da Fundus Sergianus, per essersi quivi trovato il monumento di Sergio Sergiano».
I viaggiatori
Paul de Musset, ricorda anche il suo passaggio in Piazza Sarzano. Il luogo viene menzionato per i suoi collegamenti con tre fatti di cronaca. Il primo vede come protagonista un certo Giacomo Grillo che, accusato di un crimine capitale, fu vinto in duello proprio nella piazza, mentre il secondo fa riferimento ad una sventata congiura che aveva progettato di uccidere il doge e i senatori al termine di una cerimonia religiosa che avrebbe dovuto radunare tutta la nobiltà in questo luogo.
Infine nella piazza si sfidarono a duello la Contessa Sauli e la Marchesa Imperiali. Lo scontro sarebbe stato evitato solo grazie all'intervento di Luigi Grimaldi, Principe di Monaco, che riuscì a far riconciliare le due donne le quali però, pur essendosi abbracciate tra gli applausi dei nobili, rimasero nemiche.
Bibliografia Guide
- Alizeri Federico, Guida Artistica per la città di genova dell'avvocato Federigo Alizeri, Vol. II Gio. Grondona Q. Giuseppe Editore librajo, Genova 1846 pag. 39.
- Alizeri Federico, Guida illustrativa del cittadino e del forastiero per la città di Genova e sue adiacenze, Bologna, Forni Editore, 1972 pag. 82
- Banchero Giuseppe, Genova e le due riviere, Parte III, Luigi Pellas Editore, Genova, 1846, pag. 635
- Bertolotti Davide, Viaggio nella Liguria Marittima, Vol. II, Torino, Eredi Botta Editori, 1834, pag. 247
- Ratti Carlo Giuseppe, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura scultura et architettura autore Carlo Giuseppe Ratti pittor genovese, Genova, Ivone Gravier, 1780, pag. 88-89.
Bibliografia Viaggiatori
- Musset de Paul, Voyage pittoresque en Italie septentrionale, Parigi 1855, pag. 116-117